Trovo questo titolo (che ho rubato da un articolo letto recentemente) perfettamente calzante con la distorsione cognitiva di cui vi voglio parlare: l’effetto Dunning-Krueger.
Chi non è mai incappatə in una discussione trovandosi difronte l’espertə di turno con la convinzione (e alcune volte la pretesa) di sapere tutto sull’argomento quando invece ne sa poco o nulla?
Tale fenomeno prende il nome di effetto Dunning-Kruger. I socio-psicologi David Dunning e Justin Kruger furono i primi a osservare il fenomeno. L’effetto Dunning-Kruger è così definito: distorsione cognitiva, a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi a torto esperti in materia.
Capito? 😜
In rete trovate molte rappresentazioni di questo bias. Questa è secondo me la più chiara:
Com’è nato lo studio sull’effetto Dunning-Krueger?
Come molte scoperte scientifiche, nacque un po’ per caso anche lo studio dell’effetto.
Nel 1995 a Pittsburgh, McArthur Wheeler decise di rapinare due banche nello stesso giorno. Nessuna maschera, nessun travestimento, tutto ripreso dalle telecamere di sicurezza.
Quando, nel giro di poche ore, la polizia lo arrestò, Wheeler rimase assolutamente sorpreso di essere stato riconosciuto: l’uomo sosteneva che prima di uscire di casa, armato e pronto all’azione, aveva ricoperto il suo viso di succo di limone.
Tempo prima un amico gli aveva mostrato che, scrivendo su un foglio alcune parole utilizzando succo di limone, la scritta rimaneva invisibile fino a quando non la si avvicinava a una fonte di calore.
Wheeler, quindi, era convinto che cospargersi il viso di limone e stare lontano da fonti di calore sarebbe stato sufficiente per scomparire e non essere visto da nessuno. Prima di recarsi in banca si era anche scattato una polaroid, ma aveva sbagliato mira fotografando il soffitto. La fotografia gli aveva confermato ciò che credeva: grazie al succo di limone, era diventato completamente invisibile. Il rapinatore non era sotto l’effetto di stupefacenti o alcool, anzi era assolutamente lucido e stupito di essere stato smascherato.
I test successivi
E’ evidente che il povero Wheeler non era proprio un fulmine di strategia! Ma l’avvenimento diede spunto ai due studiosi per proseguire lo studio del caso compiendo alcuni test su un gruppo di studenti. Prima di eseguire il test, gli studenti dovevano esprimere il loro grado di competenza in ognuno dei campi oggetto del test.
Il risultato mostrò che i soggetti meno competenti si autovalutavano molto al di sopra delle proprie capacità e i soggetti molto competenti si valutavano leggermente al di sotto.
L’esperimento ebbe un’ulteriore fase che confermò le prime ipotesi dei due psicologi. Infatti, al gruppo di studenti preso in esame, fu chiesto di ripresentarsi per visionare i test dei loro compagni e autovalutarsi nuovamente. A questo punto, così come per la prima autovalutazione, sono successe due cose molto diverse: i peggiori tra gli studenti non cambiavano la propria valutazione, mentre i migliori aumentavano la classificazione che si erano assegnati.
I due studiosi conclusero che:
Quando le persone sono incompetenti nelle strategie che adottano per ottenere successo e soddisfazione, non solo giungono a conclusioni errate ma la loro stessa incompetenza gli impedisce di rendersene conto. Al contrario, si ha l’impressione di cavarsela egregiamente.
Uno studio successivo, riportato nello stesso articolo, suggeriva che i risultati potevano cambiare modificando un fattore. Infatti, gli studenti altamente incompetenti si attribuivano una valutazione più veritiera a seguito di una seppur minima introduzione alla materia o alla competenza nella quale difettavano.
Il percorso del cazzarə inconsapevole
L’effetto di distorsione mostra come pur avendo una bassa competenza ci si possa sentire esperti in materia. Il picco del percorso si raggiunge all’inizio, quando si sostengono le proprie convinzioni, spesso imprecise (magari corroborati dal fatto di “aver letto un libro” o “aver seguito un corso su youtube”).
Capita di essere messi debitamente al proprio posto da chi invece è davvero espertə del dominio. Questo, di conseguenza, porta a rendersi conto di essersi esposti senza le dovute competenze e che il valore che si pensava di apportare era invece spreco. E, in un attimo, ci si trova nella “Valle della Disperazione”, dove, grazie all’espertə di cui sopra, abbiamo appreso qualcosa di più, non solo sul dominio ma anche sul nostro reale livello di competenza specifica.
Dal punto più profondo non possiamo fare altro che iniziare la scalata, studiando, approfondendo e condividendo le esperienze in prima persona.. Ma con l’obiettivo di arrivare a diventare realmente esperti di un argomento!
Esiste poi una seconda versione del percorso e dell’effetto. In questo caso la discesa nella Valle non è mai consapevole perchè continuiamo con la convinzione di saper tutto sull’argomento, anche se in realtà non abbiamo mai approfondito nulla e la nostra conoscenza rimane sempre superficiale e dettata da vaghe intuizioni. Per arginare/mascherare la nostra ignoranza usiamo gli esperti come nostri “bigini” personali a cui demandare la soluzione di trovare un ponte tra la nostra visione sull’argomento e la realtà. Naturalmente questo “team” non funziona perché prima o poi l’esperto abbandona la partita e noi creiamo una sorta di realtà parallela dove ci auto-convinciamo che il nostro livello di conoscenza cresce mentre sono gli altri a non aver capito nulla!
Come si può arginare?
Come tutte le distorsioni messe in atto dal nostro cervello, anche l’effetto Dunning-Krueger avviene spesso in automatico e in risposta a una necessità primordiale di sopravvivenza. E’ importante però conoscerne le caratteristiche per identificarlo e cercare di arginarlo al suo manifestarsi.
Anche se siamo curiosi e sempre interessati ad imparare nuove cose ricordiamoci che sono l’esperienza e la sperimentazione a metterci in contatto con la produzione di reale valore.
Il filosofo e matematico Bertrand Russell scrisse: